Luoghi di lavoro e gerarchie sono ormai concetti superati.
Per trasformare i dipendenti in collaboratori coinvolti e soddisfatti servono community con un purpose condiviso, che crea senso di appartenenza lasciando a ciascuno autonomia. L’obiettivo è co-produrre valore per l’azienda, ma anche per l’intero sistema
l community design è una risposta ai problemi organizzativi interni delle aziende, che sono ormai piuttosto noti. Un po’ meno nota è la loro soluzione. I dipendenti non possono più essere trattati come tali. Non solo perché il Covid ha messo in crisi un’organizzazione aziendale basata sui luoghi e sulle gerarchie, ma soprattutto perché ha accelerato un cambiamento che, prima di tutto, è culturale. La trasformazione digitale, infatti, ci ha offerto gli strumenti per essere tutti progettisti di noi stessi, ma ci ha anche abituati a rapportarci con gli altri in un’ottica più orizzontale che verticale, annullando così il valore della gerarchia e liberando capacità e creatività. Così l’organizzazione del lavoro taylorista non si adatta più alle condizioni di oggi e a quello che siamo diventati. Le teorie di inizio secolo scorso per cui il lavoro deve essere ridotto il più possibile a processi meccanici non può più sostenere né l’esigenza di un mercato ormai molto più complesso e in continua evoluzione, né i desideri delle persone che pretendono di ricevere dalla loro attività produttiva non più solo un salario per vivere, ma soprattutto un senso e un valore per l’anima. Non è un caso quindi che un’analisi di Gallup del 2017 sostiene che le organizzazioni con dipendenti molto coinvolti ottengono risultati molto elevati in termini di redditività, produttività e soddisfazione del cliente.
Come fare dunque? Come trasformare i dipendenti in collaboratori coinvolti e soddisfatti?
Leggi l’articolo completo Ecco come il community design può aiutare le aziende a ripensare le proprie organizzazioni proviene da Digital4.