Le crisi tipicamente vanno incontro a “conclusioni sfilacciate”, quindi è compito dei leader esprimere un giudizio informato su quando passare dalla gestione della crisi alla riflessione e alla preparazione. Anche se arrivati a questo punto si è tentati di stabilizzare l’organizzazione, questa fase di crisi presenta l’opportunità di dare uno sguardo nuovo alla vostra azienda e adottare i provvedimenti che la possono rendere più resiliente. Dopo aver determinato questo punto di inflessione, i leader hanno bisogno di dare una rinfrescata a se stessi e al loro team, rivolgere uno sguardo nuovo al panorama, agire sugli insegnamenti della crisi e mantenere le promesse fatte ai dipendenti. Questo è il momento perfetto per reinventare la vostra organizzazione.
Da dove partire?
Comunicare l’intenzione di agire
Riconoscimento: mostrate gratitudine per i sacrifici che le persone hanno fatto, le difficoltà che hanno sopportato e il trauma e il dolore che hanno vissuto. Esaltate i non celebrati eroi che si sono messi in prima fila nei momenti più critici e le persone che hanno sostenuto i colleghi in difficoltà.
Onestà: siate sinceri in merito alle sfide e alle incertezze che l’organizzazione deve ancora affrontare in relazione alla performance, alla resilienza e alle prospettive, e su ciò che ha e non ha funzionato durante la crisi. Incoraggiate le persone a condividere con gli altri come si sentono veramente (alcuni saranno stati in difficoltà mentre fingevano di stare bene) e a esprimere ciò di cui hanno bisogno per fare bene il loro lavoro.
Aspirazione: parlate dell’organizzazione che volete creare e di come renderà migliore l’esperienza dei dipendenti (e dei clienti). Ripristinate anche la vostra narrazione personale. Un CEO mi ha detto che era ansioso di liberarsi della sua etichetta di “super CFO” dopo aver passato mesi immerso in complesse operazioni di ristrutturazione finanziaria. Fate attenzione, però. Bilanciate le vostre ambizioni con una buona dose di pragmatismo e mostratevi sensibili a come si sentono le persone.
Impegno: adoperatevi per agire in base alle lezioni della crisi, sviluppando nuove norme ed evitando che pratiche inutili del periodo pre-crisi si insinuino di nuovo. Questo aiuta a costruire fiducia sui futuri indirizzi dell’organizzazione.
Rafforzate questi messaggi con azioni che segnalino il processo di ritorno alla normalità. Per esempio, potreste cambiare la composizione del team di leadership per inserire persone che possano portare nell’organizzazione una maggiore esperienza strategica o nuovi punti di vista, ridurre la frequenza delle riunioni fissate all’inizio della crisi e creare più spazio nel programma aziendale per esplorare nuovi modelli di business.
Rinfrancate voi stessi e gli altri
Spesso ci si aspetta che i dirigenti continuino a lavorare anche dopo lunghi periodi di lavoro intenso, il che può portare a errori nei processi decisionali, a inerzia e persino a comportamenti non etici. Per prevenire questo e altri danni collaterali, è necessario trovare “momenti di decompressione”, come mi ha detto Mike Adamson, CEO della Croce Rossa britannica, e modi per suddividere meglio il carico di lavoro. Questo potrebbe significare rimettersi a fare esercizio fisico, delegare di più ai collaboratori o avviare nuove iniziative con determinazione. In ogni caso, significa concepire in modo strategico i modi in cui si vuole spendere la propria energia e il proprio tempo e concentrarsi sui momenti di maggiore impatto e visibilità.
Non siete gli unici a meritare questo tipo di attenzione. Perciò, facilitate l’avvio di una conversazione all’interno del vostro gruppo dirigente su come ciascuno possa ricostituire le proprie energie mentre continua a gestire l’azienda …
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